venerdì 13 luglio 2012

Inceneritore: la prima fumata nera del Gerbido

Provincia e Ato chiedono a Torino di mantenere il controllo di Trm. Sulle stesse posizioni anche gli altri sindaci della zona. Entro luglio la gara e Palazzo Civico sta valutando di cedere solo il 49% (Fonte: LoSpiffero)

L’inceneritore del Gerbido deve rimanere in mano pubblica. Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta e il numero uno dell’Ato Rifiuti Paolo Foietta hanno intensificato negli ultimi giorni il forcing nei confronti del Comune di Torino per scongiurare la dismissione dell’80% delle quote di Trm, la società che dovrà gestire l’impianto. Gli strumenti che hanno in mano per dissuadere il sindaco Piero Fassino sono in parte spuntati: l’associazione d’ambito ha il solo compito di vigilare sull’affidamento in essere, assicurandosi che il nuovo soggetto, quando subentrerà, abbia i requisiti previsti dalla legge. Insomma, non ha potere di veto, ma certo rappresenta un attore di cui non si può non tenere conto in questa partita.
Sono giorni decisivi: entro la fine del mese Palazzo Civico pubblicherà la gara per la cessione di una parte delle azioni, ma ad oggi non vi sono certezze. Da un lato la volontà di seguire un percorso intrapreso nel 2002 senza stravolgerne i presupposti (controllo pubblico, appunto), dall’altra la disperata necessità di Torino di far cassa per sistemare i conti - "io devo trovare 60 milioni per rientrare nel patto di stabilità" avrebbe confidato Fassino a uno dei suoi interlocutori -. Ci sono poi gli istituti bancari che hanno finanziato l’opera - a partire dalla francese Bnp Paribas, a capo della cordata, ma anche la Bei, Banca d’investimenti europea e, con quote inferiori, Intesa San Paolo e Unicredit - anche per via delle garanzie che poteva offrire una città come Torino: le stesse garanzie che pretendono qualora subentrassero altri soggetti.

Entro la prossima settimana con ogni probabilità l’Antitrust si esprimerà su una delibera di ricognizione assunta dall’assemblea dell’Ato per verificare la regolarità dei passi finora assunti, tenendo presente che, per legge, al 31 dicembre prossimo non esisteranno più le cosiddette società in house - quale è Trm - e che il socio pubblico è tenuto comunque a cedere almeno il 40% delle proprie quote a un privato, il quale dovrà avere caratteristiche di partner industriale e non solo finanziario: insomma un socio operativo, non certo un fondo di investimenti.
Intanto il fronte del no alla cessione del controllo pubblico si allarga, a partire dai sindaci dei comuni limitrofi – i più coinvolti sono Grugliasco e Beinasco - che hanno condiviso con Torino questa impresa, accollandosi l’onere di doverla far digerire ai propri cittadini: finora sono rimasti in silenzio, ma hanno già fatto sapere di non gradire affatto la decisione del capoluogo di cedere l'80% delle sue quote azionarie. E in questo contesto si inserisce anche il comitato di controllo, nato per creare un collegamento tra i cittadini e l’amministrazione, la cui presidente Erika Faienza, che è pure consigliere provinciale, da tempo ormai è in fibrillazione e minaccia vibranti proteste.
Le pressioni aumentano giorno dopo giorno, mentre all’interno del Consiglio comunale di Torino già molti esponenti della maggioranza hanno palesato più di una perplessità nei confronti di questa operazione, anche all’interno della maggioranza di governo. I rifiuti sono materia troppo delicata per affidarli a privati, è il ragionamento di molti di loro. E da Palazzo di Città trapela la voce secondo la quale il sindaco Fassino starebbe tornando a ragionare sulla possibilità di mettere sul mercato solo il 49% di Trm conservando il controllo pubblico sulla società.

1 commento:

  1. 12 luglio 2012, COMUNICATO STAMPA
    QUOTE TRM AI PRIVATI: UNO STUCCHEVOLE GIOCO DI POTERE, SENZA ALCUN VANTAGGIO PER LA SALUTE DEI CITTADINI

    Sia cedendo ai privati l’80%, sia il 49% della società incaricata della futura gestione dell’impianto del Gerbido, la sostanza non cambia: il Coordinamento, sempre più preoccupato, non si stanca di chiedere la sospensione del cantiere e l’adozione della strategia Rifiuti Zero.
    Come più volte ribadito, il Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino considera scellerata e dannosa la scelta di costruire un inceneritore per la provincia di Torino. Ecco perché stiamo sostenendo tutte le iniziative legittime e democratiche atte a bloccarne la costruzione e la messa in esercizio, non
    ultimo il pendente ricorso al TAR del Piemonte.
    Per questo motivo non ci appassiona la querelle in atto tra la Provincia ed il Comune di Torino riguardo alla quota di TRM da cedere ai privati, anche perché siamo convinti che in ogni caso il socio privato, che per legge dovrà essere un partner anche industriale e non solo finanziario, “la farà comunque da padrone”, sia con l'80% delle quote, sia con il 49%.
    La cessione di quote di TRM ai privati non fa altro che acuire tutte le preoccupazioni che il
    Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino nutre nei confronti della realizzazione dell'impianto. La preoccupazione principale rimane quella per la salute dei cittadini, a fronte di una pratica di per sé già dannosa come l'incenerimento dei rifiuti, aggravata dalla gestione privata dei controlli sulle emissioni.
    Non ultimo, la necessità del socio privato di portare profitti in tempi brevi farà lievitare in modo consistente i costi di conferimento all'impianto, costi che ricadranno inevitabilmente sulle tasche dei cittadini, già oltremodo danneggiati dalla scorretta politica di gestione dei rifiuti in atto nella provincia di Torino ed in tutto il Piemonte, specie se - come pare probabile - il socio privato sarà l'indebitatissima IREN.
    Ci opponiamo ai giochi di potere sulla pelle dei cittadini, e proponiamo una gestione dei rifiuti verso la strategia Rifiuti Zero e la rinuncia totale al loro incenerimento: continueremo pertanto con le nostre iniziative di informazione e proposta di alternative.

    Ufficio Stampa
    Coordinamento No Inceneritore Rifiuti Zero Torino
    Tel. 370.710.18.55
    E-mail stampa.rifiutizerotorino@gmail.com

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