sabato 10 marzo 2012

Acqua, tre appuntamenti internazionali per metterla al sicuro


acqua

Nel mondo sono attualmente sette miliardi le persone da sfamare e le stime parlano di nove miliardi entro il 2050. Al fine di garantire cibo per tutti, è necessario mettere al sicuro l'oro blu, di cui il Pianeta è sempre più a corto. È questo il messaggio che lancia la Fao in occasione di tre importanti appuntamenti previsti nel 2012: dal sesto Forum mondiale dell'acqua alla Giornata mondiale, fino alla Settimana mondiale dell'acqua di Stoccolma, prevista quest'estate.
Il prossimo Forum mondiale dell'acqua si terrà a Marsiglia dal 12 al 17 marzo prossimo e vedrà riunite migliaia di persone da 150 Paesi per discutere un piano d'azione globale per preservare questa preziosa fonte vitale. Saranno presenti all'appuntamento premier e ministri, parlamentari e rappresentanti di enti locali, ma anche organizzazioni internazionali come Fao, Unesco e Banca mondiale, istituti tecnici e di ricerca, imprese private, associazioni e organizzazioni non governative dagli ambientalisti alle associazioni di consumatori.
Obiettivo della riunione è la mobilitazione globale sul tema dell'acqua, affinché questa diventi una priorità nell'agenda internazionale, come ha spiegato il vicepresidente del comitato internazionale del sesto Forum mondiale dell'acqua Guy Fradin.
La prima sfida per tutti, ha spiegato Fradin, è quella di preservare la risorsa, dal punto di vista della quantità e della qualità. Altre sfide sono l'accesso alle nuove risorse attaverso le tecnologie, ad esempio con la desalinizzazione e il riuso, ma anche una maggiore equità tra i diversi settori domestico, industria e agricoltura. Quest'ultima é quella che consuma di più, ma produce anche cibo.
Per salvare l'oro blu, è necessario in primo luogo proteggere la natura. Questo il messaggio che l'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) porterà al prossimo Forum mondiale dell'acqua di Marsiglia.
“Se è vero lo slogan del Forum, cioé che per l'acqua 'é tempo di soluzioni', allora la prima soluzione è semplicemente 'la natura'”, ha affermato Mark Smith, direttore del programma globale Acqua dell'Iucn. Secondo Smith, infatti, se tuteliamo la natura, diventa più facile affrontare il problema della scarsità d'acqua, le inondazioni sono meno gravi, le comunità e le economie sono più pronte a rispondere ai cambiamenti climatici.
Secondo Smith il Forum di Marsiglia dimostrerà che allo stato attuale delle cose, l'acqua costituisce un problema serio per la salute, il cibo, la sicurezza energetica, la biodiversità e la prosperità.
E per sensibilizzare la popolazione mondiale sull'importanza di questa risorsa, si celebrerà il 22 marzo prossimo la Giornata Mondiale dell'acqua il cui tema quest'anno sarà “l'acqua e la sicurezza alimentare”. A coordinare l'evento sarà la Fao che spiega come le principali sfide di oggi riguardino l'aumento della popolazione, ma anche dei profitti e dell'urbanizzazione, che si prevede aumenteranno la domanda di cibo fra il 70% e il 100% per il 2050.
A ciò va aggiunto il costante degrado delle risorse di suolo e acqua. Secondo l'agenzia Onu, un quarto delle terre del Pianeta sono degradate e diversi grandi fiumi si inaridiscono durante parte dell'anno, con gravi impatti sulla biodiversità acquatica. In crescita è così il numero di regioni nel mondo che non è in grado di soddisfare le necessità basilari alimentari delle loro popolazioni. In particolare, il degrado delle terre colpisce la costa occidentale delle Americhe, la regione mediterranea dell'Europa meridionale e del Nord Africa, il Sahel, il Corno d'Africa e tutta l'Asia.

1 commento:

  1. Il Council of Canadians, Food and Water Watch e Focus on the Global South invitano tutta la cittadinanza globale a occupare in maniera virtuale il World Water Forum di Marsiglia. Il forum, in programma dal 12 al 17 marzo, non è altro che l'ennesima occasione per consegnare alle multinazionali del settore idrico un accesso privilegiato a processi decisionali politici di alto livello che si svolgono “a porte chiuse”.
    Il World Water Forum si tiene ogni tre anni ed è gestito dal World Water Council, un think tank del settore privato che ha tra i finanziatori la Banca mondiale, la Suez e la Veolia. Con l'appoggio di diverse agenzie delle Nazioni Unite e di numerosi governi, il Forum si ammanta del ruolo di piattaforma per negoziati politici rivolta a tutti i soggetti interessati. Nella realtà, visto che il suo intero processo dura ben 18 mesi e che comporta delle quote d'entrata molto elevate, non è accessibile alle organizzazioni di base e alle comunità che subiscono in maniera diretta gli impatti della crisi idrica globale, in particolare quelle nel Sud del mondo. Come se non bastasse, si può partecipare alle tavole rotonde di “alto livello” solo su invito.
    Le soluzioni alla crisi idrica globale proposte dal Forum includono la costruzione di mega impianti idroelettrici, un tipo di progetti che ha provocato lo sfollamento di milioni di persone e la distruzione di interi ecosistemi in tutto il mondo.
    Molto gruppi ambientalisti e che si battono per la giustizia sociale saranno a Marsiglia per denunciare l'operato del World Water Forum e proporre una visione alternativa con il Forum Alternatif Mondial de l’Eau (FAME) - http://www.fame2012.org

    Per sostenere la protesta e l'occupazione virtuale del forum basta andare sulla pagina Facebook (https://www.facebook.com/WorldWaterForum6?sk=wall) o twittare utilizzando l'ashtag #WWF6 e mandare messaggi contro la mercificazione dell'acqua. Qui a seguire alcuni esempi (più in basso le frasi in inglese):
    L'acqua pubblica e i servizi fognari sono diritti umani.
    Le persone della nostra comunità (Paese) rifiutano i servizi idrici/fognari privati.
    Il World Water Forum è solo uno show del settore privato, noi sosteniamo l'idea di un Forum pubblico e democratico sul diritto umano ad avere accesso alle risorse idriche.

    Il World Water Forum è illegittimo.
    La nostra acqua non è in vendita.
    Il World Water Council non parla per me.
    L'acqua non è una merce.
    Basta calpestare la sovranità alimentare.
    Basta forum promossi dal settore privato; serve un processo aperto, partecipato e trasparente per discutere della crisi idrica globale.

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