mercoledì 27 ottobre 2010

Cota

Mi vergogno di essere piemontese. Mi sento offeso come cittadino da queste proposte e non ho parole verso chi, votando questo personaggio, abbia potuto pensare che fosse il male minore o, addirittura, un miglioramento nei confronti del passato. Nella logica dell'alternanza politica, che ha caratterizzato gli ultimi 10-15 anni, nessuno ha mai fornito una tale prestazione di ignoranza civile.

beppe
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Da "La Stampa"

Cota: "Le borse di studio solo ai piemontesi" 

Per chi arriva da fuori paghino le regioni di appartenenza

di ANDREA CIATTAGLIA, ANDREA ROSSI


Prima di tutto vengono i piemontesi». E poi? E poi se «uno studente di un'altra regione viene a studiare in Piemonte, perché non deve essere la sua terra di residenza a finanziare il suo percorso scolastico?». In un video di poco più di due minuti, postato su You Tube, il governatore del Piemonte Roberto Cota ribalta vent'anni e più di legislazione del diritto allo studio. Basta con le borse finanziate dalle regioni che ospitano gli studenti. La prospettiva va rovesciata: le regioni non devono attrarre gli studenti migliori da fuori, sovvenzionandone gli studi, ma devono sostenere i «loro» giovani. «In Piemonte dev'essere fatta un'attenta valutazione che porti in futuro la Regione a finanziare le borse di studio dei piemontesi. Ritengo sbagliato che ogni regione non si faccia carico delle borse di studio dei propri cittadini», insiste Cota.
Lo dice al culmine di due settimane di polemica, con gli studenti sugli scudi, a protestare contro i tagli ai trasferimenti all'Edisu, l'ente per il diritto allo studio: 7 milioni per il 2011 a fronte dei 25 - poi ridotti a 17 - del 2010. Una sforbiciata che ha fatto insorgere i vertici dell'Edisu e i ragazzi. «Non copriremo le borse e dovremo chiudere anche le residenze», ha dichiarato l'ex presidente dell'ente Maria Grazia Pellerino. Quanto agli studenti, da giorni organizzano mobilitazioni, cortei, iniziative, flash mob. Cota li ha incontrati e li ha rassicurati: «Non ci sarà nessun taglio. I soldi per finanziare i contributi agli studenti saranno gli stessi degli anni precedenti».
Anche ieri, nel suo video, è tornato a contestare «le false notizie uscite nei giorni scorsi». «Non taglieremo le borse di studio. Nell'anno in corso e nel prossimo intendiamo garantire il diritto dei ragazzi piemontesi ad avere quel che spetta loro. Quest'anno gli stanziamenti sono inalterati. Abbiamo recuperato risorse non spese in precedenza e le abbiamo aggiunte a quelle destinate in maniera mirata. Era inutile di fronte a soldi non spesi stanziare ulteriori risorse». In futuro, però, la musica dovrà cambiare: «È necessario fare un'attenta valutazione di quelli che sono i criteri per l'elargizione delle borse», spiega Cota. Il solco è già tracciato: il Piemonte pagherà solo per i ragazzi residenti sul territorio.
«Noi lo diciamo da giorni, e ora finalmente si svelano le vere intenzioni del presidente della Regione e della Lega Nord: dare le borse solo ai piemontesi», denuncia Simone Baglivo, pugliese, studente del Politecnico, e rappresentante all'interno dell'Edisu. Il Piemonte, finora, è stata una delle nove regioni italiane a garantire le borse di studio per tutti gli studenti idonei: contributi di diversa entità, a seconda del reddito, stanziati a favore di studenti meritevoli. La media italiana viaggia intorno all'80 per cento, con enormi squilibri: si va dal 43 per cento del Molise al 56 della Calabria fino al 100 per cento di Piemonte, Valle d'Aosta, Umbria, Trentino, Lombardia, Friuli, Lazio, Emilia Romagna e Basilicata, capacità che permette loro - tra le altre cose - di attrarre molti studenti dal resto d'Italia. Al Politecnico, ad esempio, il 35 per cento degli iscritti arriva da altre regioni; all'Università siamo poco distanti. Un record destinato a frantumarsi?

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