sabato 28 marzo 2009

AL REVES: Hugo Chávez, così amato, tanto odiato



La controversa figura del Presidente venezuelano

Il mese scorso, il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Hugo Chávez, ha ottenuto l’ennesima vittoria politica incassando il “Sì” nel referendum sulla modifica di alcuni articoli della Costituzione. L’esito di questo referendum “approvatorio” ha sancito definitivamente il diritto di ogni cittadino del Venezuela di potersi candidare più volte, senza limiti di mandato.
Per i media internazionali e per l’opposizione venezuelana - che dipingono Chavez come un rozzo dittatore, un “caudillo” demagogico e populista, ricorrendo spesso alle ingiurie e agli insulti come singolare forma di critica - si tratta semplicemente dell’ennesimo abuso per permettere al mandatario venezuelano di perpetuarsi al potere.
Critiche e polemiche a parte, Chávez gode oggi di grande popolarità ed è amatissimo nel suo Paese (senza dubbio dalla grande maggioranza dei venezuelani, che approvano il suo operato e che lo votano). Per tentare di far luce su questa apparente contraddizione, e per meglio conoscere le differenze tra il Venezuela di oggi (bolivariano e chavista) e quello di ieri (pre-chavista), raccomandiamo la lettura del seguente articolo di Attilio Folliero.
 Andrea Necciai


Venezuela: vittoria popolare di Hugo Chávez

Il voto in Venezuela nell'analisi del politologo italiano residente a Caracas, Attilio Folliero. (Fonte: www.lapatriagrande.net)

La Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela del 1999 prevedeva per qualsiasi carica di natura elettiva un limite di due mandati consecutivi. Il Parlamento venezuelano ha modificato gli articoli che contemplavano le elezioni del Presidente della Repubblica, dei Deputati, dei Governatori, dei Sindaci, dei Consiglieri regionali e locali, ossia di tutte le cariche elettive. La modifica introdotta dal Parlamento riguarda l'eliminazione del limite di due mandati consecutivi, ossia d'ora in avanti qualsiasi cittadino venezuelano può candidarsi ad una carica elettiva tutte le volte che lo desidera. Trattandosi di modifica costituzionale, la stessa costituzione contempla oltre l'approvazione a maggioranza da parte del Parlamento in due sedute differenti, anche un referendum approvatorio. Oggi il popolo venezuelano ha approvato definitivamente queste modifiche.

Il referendum assumeva particolare importanza per la carica della Presidenza della Repubblica, occupata attualmente da Hugo Chávez Frias. Hugo Chávez è al suo secondo mandato consecutivo e pertanto, in base alle norme precedenti non avrebbe più potuto candidarsi. Questa modifica introdotta dal Parlamento ed approvata dal referendum popolare di oggi, apre a Chávez la possibilità di potersi candidare anche la prossima volta.

L'opposizione e la stampa internazionale hanno tentato di manipolare l'opinione pubblica nazionale ed internazionale parlando di referendum che consentiva l'elezione indefinita di Chavez. A titolo di esempio di informazione falsa, tendenziosa e manipolata, citiamo alcuni articoli circolati negli organi italiani: l'Agenzia ASCA "Venezuela: domani referendum su rielezione illimitata Chavez"; Il Sole 24 Ore "Venezuela, referendum su Chavez presidente a vita"; Il Giornale "Il Venezuela vota su Chavez dittatore a vita"; anche siti di sinistra, come Megachip, riportano articoli del tono "Venezuela: voto costituzione, Chavez punta a perpetuarsi". Niente di più falso: il referendum non era affatto per consentire la rielezione indefinita di Chávez, ma per introdurre le modifiche alla Costituzione, di cui sopra.

Questo il quesito del referendum: "Lei approva l'emendamento degli articoli 160, 162, 174, 192 e 230 della Costituzione della Repubblica, adottati dall'Assemblea Nazionale, che accresce i diritti politici del popolo, con il fine di permettere a qualsiasi cittadino o cittadina in esercizio di una carica di elezione popolare, di potersi postulare come candidato o candidata per la stessa carica, per il tempo stabilito costituzionalmente, dipendendo la sua possibile elezione, esclusivamente dal voto popolare?". Il quesito in spagnolo e tutta l’informazione ufficiale inerente il referendum può consultarsi direttamente nel sito del Consiglio Nazionale Elettorale del Venezuela. Per una comparazione dei 5 articoli emendati con quelli vigenti, si invita a consultare VTV. Bisogna anche aggiungere, che il popolo ama così tanto questo presidente che non vi è alcun dubbio che continuerà a votarlo ed eleggerlo tutte le volte che si presenterà candidato.

Perchè il popolo venezuelano, o comunque la maggioranza, ama tanto questo presidente?

Prima dell'avvento di Chávez questo paese era profondamente diverso: una minoranza dominava e controllava le ingenti ricchezze, a partire dalla più importante, il petrolio. La stragrande maggioranza del popolo, l'80% circa, viveva nella più completa miseria e nella totale esclusione. La stragrande maggioranza del popolo non esisteva, non contava assolutamente niente; era esclusa da tutto, perfino era esclusa dal diritto di sognare un futuro migliore. Non aveva diritto alla salute; non aveva diritto ad un medico e gli ospedali pubblici erano lasciati nel più completo abbandono e servivano solamente a far guadagnare ingenti quantità di denaro per supposti investimenti, che mai venivano effettuati, alle imprese degli "amici" dei corrotti governanti. Non aveva diritto all'istruzione ed alla educazione. Il Venezuela era il paese dove i governanti, dittatori o presidenti eletti in elezioni manipolate, dittatori di fatto dunque, chiudevano gran parte delle scuole pubbliche, per favorire quelle private, in particolare quelle gestite dalla gerarchia ecclesiastica cattolica, a cui era demandato il compito di formare i figli delle classi dominati.

Il Venezuela fu il paese dove nacque la figura dei desaparecidos, il paese dove i governi "democraticamente eletti", durante la Quarta Repubblica, eliminavano fisicamente gli avversari politici facendoli sparire e per impedire qualsiasi riconoscimento, nel caso in cui il corpo venisse ritrovato, venivano tagliate le mani; tra i membri dell'apparato repressivo (militari e polizia) esisteva una sorta di gara a chi portava più mani tagliate ai poveretti di turno che finivano nelle mani di torturatori ed assassini come Posada Carriles, capo della polizia segreta venezuelana e terrorista riconosciuto e condannato per l'attentato ad un aereo cubano che trasportava decine di atleti, che dopo aver partecipato a gare sportive in Venezuela tornavano a Cuba; Posada Carriles è anche il responsabile di numerosi attentati a Cuba, in uno dei quali morì anche un giovane italiano, Fabio di Celmo. Il Venezuela fu il paese, che primo al mondo, sperimentò le misure del Fondo Monetario Internazionale, che buttarono nella più totale disperazione e miseria un intero popolo.

Oggi il popolo ha una serie di benefici, avuti a partire dalla presenza di Chávez al governo, ma vent'anni fa, esattamente vent'anni fa, il 27 febbraio 1989, si ebbe il caracazo. A causa del “pacchettazzo” neoliberale del Fondo Monetario Internazionale il popolo per poter mangiare fu costretto a assalire i negozi; in alternativa poteva scegliere di morire di fame, letteralmente parlando. La reazione delle forze dell'ordine, diretta dal Ministro della Difesa, l'italo-venezuelano Italo del Valle Allegri, fu durissima: sparava all'impazzata contro il popolo che assaliva i negozi per mangiare! Nei quartieri più popolari e poveri, El Valle per esempio, la repressione fu condotta casa pér casa, ammazzando quanti incontrava. In meno di 48 ore ci furono migliaia di morti e non è azzardato parlare anche di diecimila morti e forse più; il numero dei morti effettivi non venne mai accertato; i cadaveri furono ammassati in fosse comuni, che oggi stano venendo alla luce.

Quel popolo non aveva nessun diritto, neppure il diritto di sognare il futuro. Poi un 4 di febbraio del 1992 un gruppo di militari tentò di dare l'assalto al palazzo presidenziale. Quei militari si erano ribellati perchè non riuscivano più a sopportare l'idea di reprimere nel sangue il popolo. Quel gruppo era capeggiato da uno sconosciuto tenente colonnello, tale Hugo Chávez., il quale mentre veniva arrestato, intervistato dalla televisione, proferì questa frase: "Il tentativo è fallito. Per adesso!" Quel Por Ahora entrò nell'immaginario collettivo dell'intero popolo; quel Por Ahora significò "Speranza" per un popolo che non aveva diritto a niente, neppure a sognare un futuro.

Per la prima volta qualcuno, un militare sconosciuto, parlava ed agiva in favore del popolo degli esclusi. Il popolo incominciò subito ad amare lui ed i suoi uomini che si erano ribellati al sistema. Un gran numero di militari ribelli si erano rifugiati in un edificio nel quartiere di Catia, nei pressi del palazzo presidenziale e Cecilia Laya, testimone oculare di quegli eventi, ci racconta che dopo essersi resi conto che il tentativo di ribellione era fallito, questi militari si arresero e vennero fatti uscire dall'edificio, uno alla volta, con le mani in testa. Il popolo, accorso numeroso - racconta sempre Cecilia Laya - applaudiva ognuno di questi militari che usciva dal portone dell'edifico e venivano montato su un pulmino. Per la prima volta dei militari non erano visti come l'apparato della repressione, ma amici del popolo.

Il dopo è storia recente. Il presidente assassino, Carlos Andres Perez contro cui era diretta la ribellione di Hugo Chavez e dei suoi uomini, venne deposto; un presidente di transizione guidò il paese fino alle nuove elezioni. Un candidato alla presidenza, tale Rafael Caldera, già ottuagenario ed importante esponente dell'oligarchia, candidato praticamente in ogni elezione presidenziale nei quarant'anni della Quarta Repubblica, riuscendone eletto una sola volta, nel 1968, nella sua campagna elettorale promise l'indulto ai militari ribelli, tra cui Chávez. Il popolo votò in massa (si fa per dire, visto che l'astensione era alta, con cifre che si avvicinavano attorno al 40%) per questo candidato che prometteva di liberare Hugo Chávez. Una volta eletto, mantenne la promessa: Hugo Chavez ed i militari ribelli ottennero l'indulto ed uscirono dal carcere dopo aver scontato solamente due anni.

Chávez, in questi due anni di carcere si era reso conto dell'affetto che nutriva per lui il popolo. Decise, allora di tentare di cambiare il paese per la via democratica presentandosi alle elezioni politiche. Fonda un movimento politico, il Movimento Quinta Repubblica e nel 1998 si presenta alle elezioni presidenziali, risultando eletto. Nella campagna elettorale promette di cambiare il paese, a partire dalla Costituzione; ma soprattutto promette di governare per il popolo. Lo stesso giorno dell'insediamento indice un referendum per chiedere il cambio della costituzione. La stragrande maggioranza approva il referendum; si elegge la costituente e si riscrive la costituzione. Nasce la Repubblica Bolivariana del Venezuela, approvata con il 72% dei voti, il 15 dicembre 1999. Chávez, a questo punto, essendo stato eletto con le norme contenute nella vecchia costituzione decide di rimettere il mandato ed indice nuove elezioni presidenziali in base alle nuove norme. Viene eletto con un numero maggiore di voti. Inizia a questo punto la sua vera e propria opera di Governo.

All'epoca, solamente 9 anni fa, l'economia venezuelana dipendeva esclusivamente dagli ingressi petroliferi il cui prezzo però era a 7 dollari il barile e la OPEC, l'Organizzazione degli Stati produttori di petrolio era praticamente in fase di smantellamento. La sua intelligente azione è diretta sul piano interno a sottrarre il controllo dell'impresa petrolifera alle oligarchie nazionali e internazionali che si appropriavano di tutti gli introiti; sul piano internazionale è volta a ridare importanza e voce alla OPEC. Congiuntamente ai governanti di Iran ed Iraq tenta di portare la OPEC fuori dal controllo degli USA, attraverso l'accettazione di nuove monete, oltre il dollaro, per la commercializzazione del petrolio.

La reazione dell'opposizione a queste politiche sfocia in un colpo di stato, l'11 aprile del 2002, di cui è accertata la partecipazione del governo USA (vedasi “Il Codice Chavez” di Eva Golinger). Il golpe sembrava ben orchestrato e pienamente riuscito; l'opposizione venezuelana ed il governo USA non avevano tenuto conto di un elemento: l'amore del popolo per il suo presidente! La reazione del popolo fu immediata e spontanea, al punto che nemmeno 48 ore dopo il golpe, Chávez fece ritorno a Miraflores (il palazzo presidenziale).

Da allora le sue politiche a favore del popolo si incrementano, anche grazie alla totale disponibilità degli introiti petroliferi, il cui controllo era stato definitivamente sottratto all'oligarchia. E' costretto a svolgere la sua azione politica attraverso organi paralleli agli organi ufficiali dello stato, in quanto ancora controllati dall'oligarchia. Nascono le Missioni, una sorta di Ministeri paralleli per attendere le più urgenti necessità del popolo in materia di sanità, educazione, abitazione, ecc...

Il Venezuela, sempre più distante da Washington, punta tutto sull'integrazione latinoamericana. Il suo prestigio internazionale si accresce e la rivoluzione bolivariana di Hugo Chavez si estende ad altri paesi del continente: Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Honduras, Dominica, ma ha influenza anche in Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay.

Lo sviluppo economico del Venezuela in questi 6 anni (2003-2008) è continuo e sostenuto, con tassi di crescita spesso a doppia cifra; l'inflazione che oggi appare ancora alta al 30% circa, in realtà è letteralmente crollata, dato che prima di Chavez viaggiava a tassi del 100% annuo ed oltre; la disoccupazione ormai non esiste avendo ormai raggiunti i tassi fisiologici; la povertà estrema è quasi sparita; così come è diminuita enormemente la mortalità infantile; il salario minimo è il più alto dell'America Latina e puntualmente viene aumenta ogni primo maggio, con tassi superiori al tasso di inflazione; i bambini di strada che abbondavano in Venezuela prima di Chavez sono ormai spariti da tempo ed esistono solo nella mente "malata" dell'opposizione. Il diritto alla sanità ed il medico di famiglia è ormai una realtà consolidata; non ci sono più fasce della popolazione escluse dal diritto alla salute ed alla educazione. Tutti possono accedere gratuitamente ai più alti gradi dell'istruzione; le università stanno nascendo come funghi, arrivando in tutte le province, anche nelle più remote, spopolate ed emarginate (vedasi l'articolo "L'Università arriva a Cocorote"). Il diritto alla casa è assicurato grazie ad una politica dei mutui che consente di poter acquistare un appartamento finanziato fino al 100%, anzi lo Stato concede perfino una parte a fondo perduto; un'altra parte è finanziata con mutui agevolati (ad un terzo del tasso ufficiale).

Grazie alla nazionalizzazione dell'impresa telefonica nazionale (CANTV) ed al lancio del primo satellite venezuelano, il Simon Bolivar, si è dato un forte impulso alla diffusione di Internet, non solo in Venezuela, ma anche in tutta l'america latina. Anche in questo caso a beneficiarsi è soprattutto il popolo, quello che una volta era totalmente escluso.

E l'acqua potabile e l'elettricità? L'acqua potabile e l'elettricità sono due dei più importanti bisogni dell'uomo; prima dell'avvento di Chávez, grandi fasce della popolazione erano private di questi due beni. Oggi il 98% ha l'acqua potabile. Lo scrivente di questo articolo può testimoniare, senza timore di essere smentito, che quando arriva a Caracas (anno 2002), spesso mancava l'acqua e l'elettricità, tanto che fu costretto ad installare nell'appartamento, la riserva dell'acqua. Oggi è solo un ricordo del passato, sicuramente a Caracas. Anche la diffusione del gas diretto, prima riservata esclusivamente alle classi ricche e medie di Caracas e delle grandi città, oggi si sta diffondendo su tutto il territorio.

Prima dell'avvento di Chavez la stragrande maggioranza del popolo era sottoalimentata e non conosceva il consumo di carne ed altri prodotti di prima necessità riservati esclusivamente alle classi ricche; il popolo venezuelano era abituato a mangiare perrarina, il cibo per cani (perros). Oggi il consumo di carne e di tutti gli altri beni di prima necessità è assicurato a tutti.

Chi visita il Venezuela può rendersi facilmente conto che i ristoranti, a qualsiasi ora del giorno, sono sempre affollati; il venezuelano anche delle classi popolari, può permettersi di andare al ristorante; non è più un lusso riservato ai ricchi.

Le grandi opere pubbliche hanno meravigliato il mondo intero: mentre in Italia si discute del ponte di Messina da decenni, in Venezuela il secondo ponte sul fiume Orinoco è stato costruito in due anni ed è un ponte di oltre 4.000 metri, equivalente per grandezza al ponte di Messina; adesso si sta costruendo il terzo ponte.

In questi 6 anni (2003-2008) le linee metropolitane hanno raggiunto i 160 chilometri, praticamente gli stessi chilometri dell'Italia e si stanno costruendo nuove linee a Caracas ed in tutte le grandi città del Venezuela.

Quando Chávez arriva al governo in Venezuela non esisteva nessuna linea ferroviaria: oggi sono attive varie linee ed il progetto ferroviario nazionale punta a costruire 10.000 chilometri di linea ferrea. Per non parlare della compagnia aerea nazionale (Conviasa), privatizzata e smantellata dai governi neoliberali, ha ripreso a volare con Chávez; l'aeroporto di Maiquetia, dopo i lavori in corso, potrà ospitare 9 milioni di viaggiatori all'anno.

Una delle opere più meritorie del Governo di Hugo Chavez è senza ombra di dubbio il modernissimo Ospedale Cardiologico Infantile, destinato ad operare i neonati con problemi al cuore. Inaugurato nel 2006 è diventato subito punto di riferimento per tutta l'America Latina ed oggi è punto di riferimento a livello mondiale, per essere uno degli ospedali con il più alto numero di trapianti al mondo. Non solo: all'ospedale è stato annesso un alloggio per ospitare gratuitamente i familiari dei piccoli operati, che arrivano dall'interno del paese e da tutta l'America Latina. Il tutto, operazione ed alloggio dei familiari, gratuitamente e coperto completamente dal denaro pubblico. Oggi si sta realizzando anche il reparto cardiologico per adulti. Il Venezuela è indubbiamente punto di riferimento nelle malattie cardio-vascolari.

Il Venezuela in questi anni è cresciuto anche nel mondo dello sport e tutti, anche le classi un tempo escluse, hanno finalmente la possibilità di poter accedere alle più svariate discipline sportive. In questi anni ha organizzato manifestazioni sportive di livello internazionale, perfino nel mondo del calcio, come la Coppa America ed il campionato sudamericano giovanile; entrambe le manifestazioni sono state un successo organizzativo. La nazionale di calcio giovanile è riuscita anche a qualificarsi al mondiale di categoria. Ma il successo del Venezuela riguarda un po’ tutti gli sport.

Il successo più grande di Hugo Chavez, di cui l'opposizione sembra non accorgersene, è ovviamente sul piano economico in quanto è riuscito da un lato a creare una economia che non dipende esclusivamente dal petrolio e dall'altro ha sottratto il Venezuela all'influenza nordamericana. La crisi attualmente in atto nel mondo, ovviamente influenza tutti i paesi, anche il Venezuela, ma in maniera decisamente inferiore rispetto ad altri paesi. La crisi ad esempio ha portato ad una forte riduzione del prezzo del petrolio; se l'economia venezuelana fosse dipesa solamente dal petrolio oggi sarebbe in piena crisi. Non solo non dipende interamente dal petrolio, ma la gestione oculata del Governo Chávez ha permesso accumulare, per i prevedibili periodi di vacche magre (in sostanza l'oggi), somme di denaro vicine ai 100.000 milioni dollari, dei quali oltre 40.000 milioni di dollari in riserva internazionale (i due terzi della riserva internazionale statunitense, con la differenza di avere una popolazione che è pari solamente ad un decimo di quella USA) ed il restante in numerosi altri fondi settoriali. Se la crisi - come sembra - dovesse inasprirsi facendo ulteriormente scendere il prezzo del petrolio, il popolo venezuelano non ne risentirà come gli altri popoli del mondo.

I benefici dell'azione di governo di Chavez, ovviamente hanno riguardato anche le classi ricche e oligarchiche. Sempre in virtù della crisi, tutte le borse del mondo sono crollate, con le eccezioni delle borse dell'Iran e del Venezuela!. Vedasi l'analisi riguardante la crisi del 2008; l'articolo in questione è un po' datato, essendo stato scritto a novembre. In questi tre mesi le borse del mondo sono continuate a scendere ed è scesa anche la borsa di Teheran. L'unica borsa del mondo che non ha avuto grosse perdite è rimasta quella di Caracas. Mentre tutte le borse del mondo sono crollate fino al 70% ed oltre, chi ha investito nella borsa di Caracas, ovviamente le classi ricche ed oligarchiche del Venezuela, non essendo l'investimento in borsa un fenomeno di massa come lo può essere in Italia, non ci ha rimesso.

Chavez è dunque al governo dal 1999, ma se si escludono i primi due anni per le grandi riforme istituzionali ed altri due passati a contrastare i colpi di stato, di fatto si è potuto "dedicare" al popolo solamente dal 2003. In questi pochi anni, il popolo prima escluso da tutto e - come detto più volte - perfino dal diritto di sognare un futuro migliore, oggi deve tutto a Chávez; ha acquisito coscienza e diritti grazie a Chavez e gli sarà sempre riconoscente, perchè nessuno prima di lui aveva speso del tempo ad occuparsi degli ultimi. Si comprende, dunque, perchè il popolo (o la maggioranza del popolo) ama cosi tanto Chávez e continuerà a votarlo tutte le volte che sarà candidato.

Il referendum non riguardava, come hanno scritto i media italiani e mondiali, l'elezione indefinita di Chávez, ma solo la possibilità per Chávez e qualsiasi altro cittadino/cittadina di potersi candidare tutte le volte che lo desidera. A decidere della sua elezione sarà il popolo quando sarà chiamato a votare e se Chávez non cambia attitudine, la sua elezione sarà sempre scontata.
Ovviamente ci sono ancora tanti problemi da risolvere in Venezuela; non basta un periodo di dieci anni di buona, se non ottima gestione, per risolvere tutti i problemi che questo paese si trascinava da secoli. Insomma non sono solo rose e fiori. Uno dei motivi per cui Chávez si candiderà allo scadere di questo mandato è proprio la necessità di continuare a governare per poter continuare ad attaccare questi secolari problemi.

Attilio Folliero - LPG, Caracas, 15/02/2008.

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